Come ha fatto Andrew ad andare in pensione a 40 anni e raggiungere l’indipendenza finanziaria così presto? Nell’intervista scopriremo il suo percorso professionale, i round di investimento raggiunti e la sua attuale asset allocation e tutti i consigli a riguardo che ha deciso di condividere con noi.
Ciao Andrew e piacere!
Che tipo di percorso di studi hai fatto?
Ho fatto il liceo e la triennale di Scienze Politiche, laureandomi nel 2001.
E come hai iniziato a lavorare?
Ho iniziato come dipendente in un’azienda chimica e ho lavorato con un ruolo manageriale fino al 2015 quando ho mollato tutto (all’epoca mia moglie era incinta) perché non vedevo al suo interno nessuna prospettiva che mi potesse portare a un FIRE anticipato. Portavo però avanti piccoli progetti (un brand di streetwear, la produzione di biciclette in acciaio e altro) che mi hanno permesso, dopo una pausa di riflessione di sei mesi – in cui ho pensato solo a divertirmi, di vendere tutto e reinvestire in una mia grande passione, il cibo.
Casualmente, in una vacanza ai Caraibi, ho incontrato uno dei miei soci e a gennaio 2015 abbiamo iniziato a buttare le basi di quella che dopo 9 mesi sarebbe stata la Startup Soul – K.
Di che cosa si occupa?
Produzione e confezionamento di cibi pronti e semilavorati freschi per il B2B. In quegli anni i bar che non avevano spazio, attrezzature e personale per cucinare si rivolgevano alle catene del surgelato per i piatti pronti, a tutto svantaggio della qualità e appetibilità del prodotto. La nostra Startup andava a soddisfare quindi questo bisogno del poter mettere a disposizione della clientela menù stagionali scelti, ricercati e con materie prime di qualità.
Cosa l’ha resa unica?
Il prodotto sicuramente: ricette e ingredienti studiati per essere rianimati al microonde in 90 secondi che portava, rispetto al tempo e risorse richieste dal surgelato, un enorme vantaggio al locale.
Il sistema di raccolta ordini e tracciamento delle spedizioni che avviene soltanto con la nostra flotta ha fatto la differenza, tant’è che e che attualmente è sotto brevetto. Mentre la concorrenza andava avanti con ordini via Excel, telefono e fax, noi siamo riusciti – con l’informatizzazione del sistema – a ridurre gli errori del 99%, anticipando di fatto quello che sarebbe stata l’organizzazione dei vari dark/ghost/cloud kitchen che vanno di moda oggi.
Come avete fatto a scalare?
Con vari round di investimento: essendo io il CFO, dopo i primi due anni di lavoro sul prodotto, ho passato 6 mesi a sbattere la testa prima di trovare il primo venture giusto che ci desse fiducia e un round di finanziamento da 2 milioni: nel 2017 è stato il più grande round nel settore food. Ci ha permesso di ingrandirsi e rilevare in affitto con opzione di riscatto lo stabilimento che gestiva la logistica della Panem a Muggiò, arrivando ad avere Pre Covid 47 dipendenti e circa 10 partite iva, oltre a potenziare la ricerca e sviluppo e la parte di marketing.
Il Covid per voi è stata un’opportunità?
Il Covid per voi è stata un’opportunità?
Sì perché ci ha permesso di pivottare il modello e virare verso la GDO e gruppi di ristorazione che ora rappresentano la maggior parte del fatturato.
Per fortuna gli investitori ci sono stati vicini credendo nel progetto con altri finanziamenti da 1.6M nel 2020 e 1M dal Fondo Nazionale Innovazione CDP nel 2021, con il programma di rilancio delle startup.
Grazie al nuovo modello siamo riusciti quest’anno a raccogliere 6.3M da altri 3 Venture Capital insieme a una campagna di crowdfunding su Mamacrowd di 750K per un totale, dalla fondazione della start-up, di quasi 12M.
Tutta questa iniezione di denaro ci permetterà a breve di aprire un nuovo stabilimento e di renderlo operativo dal primo trimestre del 2023.
Hai altre attività oltre a Soul-k?
Dopo aver trovato i primi investitori ho lasciato la parte operativa restando però nel Board del CDA e raccogliendo contatti facendo networking. Questo progetto mi ha permesso di entrare nell’ecosistema delle Startup italiane come mentore/selezionatore. Ho avuto quindi l’opportunità di partecipare come selezionatore per il format televisivo di B-Heroes, e collaboro in eventi di Pitch Startup Competition con E-venture e, in forma privata, a titolo completamente gratuito, come mentore/selezionatore per neo start-up. Vorrei infatti nel futuro implementare il modello di Work for Equities dove, se la collaborazione è fruttuosa, ricevo un 3% di quote della società oppure, in caso di finanziamenti, incasso una percentuale minima, intorno all’1,5% dell’importo, così da non togliere ossigeno alla neo impresa.
Investi anche in maniera attiva nelle aziende?
Attualmente faccio per un gruppo di amici founder lo scouting di neo imprese, con la finalità di selezionare da un numero di circa 150 4 startup in cui investire i nostri fondi. Una delle 4 selezionata nel 2019 è stata appena acquisita da Granarolo al 50% e le altre due stanno andando bene, mentre una completamente ferma. Ho un track record dove su 10 Startup 7 falliscono, 2 ti fanno guadagnare abbastanza da rientrare degli investimenti sulla totalità ed è solo una che ti fa fare i big money.
Cosa fai di preciso per queste startup?
Oltre a incontrare i founder, aiutarli a validare l’idea e intercettare le potenzialità mi affianco a loro fino ad accompagnarli a un round di investimento. Essendo le mie competenze e conoscenze verticali nell’ambito dell’alimentare riesco facilmente a contattare i responsabili di catene di vendita per mettere il prodotto in prova o contattare direttamente i buyer della GDO per siglare contratti di collaborazione. Anche per la produzione e approvvigionamento riesco a mettere in contatto le giuste risorse per il team. Il vantaggio è che, avendolo già fatto, so cosa può funzionare e cosa meno rispetto ad altri
Entriamo nel vivo del motivo della nostra chiacchierata, quindi il Fire (Financial independence – retire early). A che punto del tuo percorso hai abbracciato l’idea di andare in pensione a 43 anni grazie a un precoce raggiungimento dell’indipendenza finanziaria?
Diciamo da 7 anni. Ma ho sempre cercato di mettere in pratica un opportunismo positivo, come quando a scuola studiavo soprattutto nella prima metà dell’anno – quando c’era brutto tempo – così da raggiungere una buona media e campare di rendita nel secondo quadrimestre e godermi le belle giornate con gli amici. Così nella vita professionale ho faticato molto per costruire qualcosa che crescesse di valore per poterla rivendere e che mi rendesse abbastanza da rendermi libero di scegliere se e in cosa impiegare il mio tempo.
Attualmente potrei anche smettere di lavorare e il mio costo di vita rivederlo pagato dalla rendita del mio capitale (la famosa regola del 4%) .
Quando lo hai raggiunto e cosa ti ha animato?
Con il secondo round di investimento di Soul-K, quindi sono andato in pensione a 43 anni. Attualmente la società ha un valore di 20M di Euro e ho abbastanza quote da permettermi un buon ritiro a partire da oggi stesso. I benefici di questa situazione sono poter scegliere la quantità di tempo da dedicare alla mia famiglia o di scegliere, come ho fatto, di passare i prossimi due mesi alle Canarie e comprare una casa lì.
Come hai differenziato il tuo patrimonio?
Il 30% ETF Vanguard, Lifestrategy 80 e 60, di cui un 5% meramente speculativo in cripto e blue chip (Amazon, Google ed Apple). Gli importi di queste percentuali aumenteranno alla mia exit da Soul-K. Il 10% è invece investito in liquidità utile per gli investimenti nelle start-up selezionate dal mio gruppo di venture (che si aggirano intorno ai 30-40K a testa). Un altro 20% è disponibile di liquidità come fondo personale e il rimanente investito in immobili.
Come è strutturata la parte immobiliare?
Ho un bilocale affittato a lungo termine a Milano e una casa di villeggiatura affittata in short term su AirBnB da ottobre ad aprile e da giugno a settembre. Questo è un immobile di famiglia che ho ripartito in due unità distinte, ristrutturandole. Conto però a breve di rivenderla per investire alle Canarie in 2 case, una per viverci e l’altra per affittarla.
Qualche consiglio da dare alle nuove leve?
Per andare in pensione a 43 anni puoi fare il dipendente ma per i primi 5 anni non oltre: devi però a latere portare avanti qualcosa in proprio, farla crescere e poi rivenderla dopo 5/7 anni. Risparmiare e mettere da parte un runway che ti permetta di sopravvivere per sei mesi / un anno e ripetere il modello a piacimento, proprio come ho fatto io licenziandomi, vendendo le piccole side-hustle che mandavo avanti in contemporanea al lavoro da dipendente e reinvestendo nella nascita di Soul-K. Questa scelta mi ha permesso di raggiungere i primi 100K che, insieme ai proventi dei round, hanno innescato la crescita esponenziale del mio total worth fino a rendermi totalmente indipendente.
A livello di crescita personale cosa consigli? Ci sono routine, tecniche di time management o potenziamento mentale e fisico che utilizzi?
No assolutamente: sono un’anomalia rispetto ai soliti Guru che affollano questo mondo e anzi, da questo punto di vista, ho una vita rilassata, ad esempio le mie ore di maggior produttività sono quelle che vanno dall’1 alle 3 di notte. Attualmente ritaglio 3 giorni alla settimana per l’allenamento e 2 giornate full dedicate al lavoro. Curo molto però la parte di lettura e di documentazione. Sicuramente una grande fonte di ispirazione viene da lì e l’idea alla base del mio percorso è nata dalla lettura di Autostrada per la ricchezza di M. J. De Marco. Per me è stata l’autostrada che mi ha permesso divertendomi di andare in pensione a 40 anni.
Guarda anche:
- profilo Linkedin di Andrew
- Profilo Crunch Base
- Sito Soul – k
Bella intervista! E grazie per il transcript, utilissimo 🙂